Cercepiccola
Cercepiccola, alla scoperta di Quercus Minor
Quercos Minor, Cercepiccola, è un gradevole paesino soleggiato in una campagna con vista sulla catena del Matese. Piccolo però raccoglie tante cose da sapere e da vedere.
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Cenni storici
Un manoscritto datato 19 marzo 1910, redatto dall’Arciprete don Michele Petta, ipotizza che in epoca sannito-romana, una città si estendesse sulle colline Padulatta, Filoseta, Veticaro, Piscine di Fabio, Padulo la Corte, Validea, Citerna e Vicende dell’Incontro. Tale ipotesi pare sia suffragata dal rinvenimento di alcuni reperti archeologici nei siti citati.
Riguardo l’origine del nome vi sono due ipotesi:
- è da ritenersi che la città si chiamasse Celsa; nel III secolo a.C. il generale di cavalleria, Fabio Rulliano, conquistò l’antica città (Celsa), alleata di Sepino.
- più attendibili sono le notizie riguardanti la denominazione Cercepiccola dal secolo XIII. Nel periodo angioino compare il nome Cerula Piccola, mentre in un documento del 1444, viene indicata con la dicitura Zerche Pizola. Il nome Cerza, accostata a piccola, si rinviene in un documento del 1770.
Durante il medioevo, Cercepiccola fu un feudo che passò a varie famiglie nobili fino ad arrivare ai Carafa che nel 1571 fecero costruire l’attuale Palazzo Ducale.
La tradizione popolare vuole che un tesoro sia stato interrato alle falde delle coste di S. Angelo, un altro nelle grotte Pietraroia ed un terzo seppellito insieme con la figlia di un re nella sepolta chiesa di S. Angelo Sofia.
Cosa vedere
Da visitare, nel centro del borgo, la chiesa di Santissimo Salvatore, molto antica, in due navate, in cui sono da ammirare un’acquasantiera di pietra rosa, un quadro di Matteo Prato e una statua di Paolo Saverio di Zinno. Nella piazza vi è una fontana a tre cannelle molto antica e grande; da vedere anche il Palazzo Carafa, costruito nel 1571. Dal 1995, nei pressi del paese, è stato aperto un centro sportivo “La Cappella“, con campi da bocce, tennis e una pista di pattinaggio dove si svolgono attività sportive internazionali.
Poco fuori paese vi è un pero di circa 250 anni, facente parte dell’elenco “Patriarchi della Natura” e considerato come il più vecchio d’Italia.
Tradizioni e gastronomia
Buona parte degli abitanti, scesi come numero ormai sotto i mille, sono emigrati per cercare fortuna altrove ma tornano in estate per ritrovarsi nelle loro tradizioni, assistere alla festa del patrono San Donato e del Sacro Cuore di Gesù e gustare la “scarola imbottita” e “pizza e minestra” che, nel proprio paese, hanno un sapore totalmente diverso. I cercepiccolesi sono legati alle usanze e mantengono vive alcune manifestazioni o gare del passato come il gioco della “pezzotta“: una forma di formaggio che due squadre devono far rotolare seguendo un percorso; vince chi raggiunge prima il traguardo. Bella è anche la rappresentazione allegorica dei mesi durante il carnevale quando una sfilata di trentadue personaggi quasi tutti a cavallo, adornati riccamente, sfilano, recitano cantano e ballano.