Arroccato su un costone roccioso, Petrella Tifernina, domina la val Biferno e regala panorami, storie e luoghi da non perdere. Elemento principale la chiesa in stile romanico di San Giorgio. Passeggiando tra i vicoli ci si perde nei luoghi e nei profumi tipici di un tempo passato.

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Cenni storici

Sito su una piccola altura, gode di una vista panoramica che abbraccia la valle del Biferno e i monti del Matese. Probabilmente anticamente nel luogo ci furono insediamenti preistorici come si potrebbe dedurre dal ritrovamento di oggetti litici. Nel XII fu possesso di Ruggiero di Molise e si chiamava Patrella. Con gli Angioini passò ai signori Raimondo e ai Berlingieri e poi agli Alemanni, ai Santangelo, ai Mormile e ai Pulce.

All’interno dei confini comunali si trova l’isola amministrativa “Castellino Nuovo“, facente parte del comune di Castellino del Biferno, costruita durante il ventennio fascista con lo scopo di salvare la popolazione dai frequenti smottamenti causati da frane e terremoti.

Cosa vedere

I visitatori possono ammirare la bellissima chiesa di San Giorgio, patrono del paese, con uno stile fantastico-decorativo di un’arte romanica, quasi rinascimentale perché l’ansia religiosa medioevale si placa nella forma artistica armoniosa delle figurazioni presenti nelle lunette e nei capitelli. I maestri di allora, gli opifices, provenienti dalla Puglia, lavorarono nel Molise dando una peculiarità allo stile ellenistico-orientale, appunto nella lunetta, sul portale della chiesa, appare il nome di uno di essi, il magister Epidius. L’interno è diviso in tre navate, separate da colonne, collegate con archi a tutto sesto, è austero, grandioso. La cripta di San Giorgio si trova tra l’abside centrale e la sacrestia ed è di epoca bizantina.

Caratteristiche sono le vie del borgo, che ancora presentano la pavimentazione di un tempo, lungo le quali si trovano palazzi con portali pregevoli: importante il palazzo rinascimentale “Sette Medici” che ha una loggia ad arcate.

Tradizioni e gastronomia

Famosa è la rappresentazione sacra delle Tentazioni di Sant’Antonio. Altra ricorrenza è il 23 aprile, giorno di festa in onore del patrono San Giorgio. Amano, inoltre, la buona cucina, come si vede dagli appetitosi piatti tipici: i cappelli di prete, i frascatelli, le petacce, pasta fatta in casa e condita con ricotta e pancetta soffritta, la ricciata, preparata con grano, granturco e ceci lessati, u piccellato dolce, pasta impastata con uova, sugna, zucchero e lievito.

In onore di San Giuseppe viene allestito un pranzo di 13 portate varie, con i legumi cucinati in tanti modi e nelle tipiche marmitte di creta.

petrella tifernina
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