Un castello che domina il paese, una chiesa con una grande scalinata e un panorama mozzafiato sulle vicine Mainarde. Acquaviva d’Isernia è uno scrigno incastonato tra colline e montagne che si fa scoprire solo da chi abbia voglia di restare incantato.

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Cenni storici

Le origini sono radicate nel passato, scoperto grazie a reperti storici ritrovati e che testimoniamo la presenza sul territorio di un insediamento sannita lungo il tratturo Pescasseroli-Candela, e un altro romano, i quali edificarono un tempio dedicato ad Apollo.

Fu popolato nell’VIII secolo da parte di alcuni coloni autorizzati dai monaci dell’Abbazia di San Vincenzo al Volturno. Il territorio dell’Alto Volturno, appartenente all’Abbazia, fu assediato dalla famiglia longobarda dei Borrello tra il 1045 e il 1053. Questi edificarono il castello, a guardia del fiume Rio, intorno al quale poi si sviluppò il nucleo abitativo.

Dopo i Borrello numerosi furono i feudatari proprietari del territorio. Dal 1807, poi, il comune è rientrato nel circondario di Isernia dove è rimasto fino al 1946, anno in cui diviene un comune autonomo.

Cosa vedere

Oltre all’imperdibile castello dei Carmignano, di impianto longobardo, che durante la seconda guerra mondiale subì gravi danni, si possono ammirare nel territorio di Acquaviva d’Isernia diversi siti religiosi. Dalla chiesa di Sant’Anastasio alla cappellina della Madonna del Rosario, danneggiata dal terremoto di Sant’Anna nel 1805 e ricostruita in un anno, come ricorda un’epigrafe sulla finestrella, fino al santuario di Santa Maria Assunta. Numerose sono anche le fonti presenti nel territorio.

Tradizioni e Gastronomia

Tra gli eventi più rilevanti di troviamo la festività di Sant’Anastasio, santo patrono del paese, che viene festeggiato con un falò notturno e una processione religiosa nel giorno 22 gennaio. Questa manifestazione prende il nome di “La Focata“. La statua del santo viene posta dietro le porte spalancate della chiesa, rivolta verso il fuoco, e riceve la devozione di alcuni fedeli. Il falò continua per tutta la notte. La brace della mattina seguente viene raccolta e conservata nelle case poiché il fuoco veniva benedetto dal sacerdote durante l’accensione.

Per quanto riguarda la gastronomia, Acquaviva d’Isernia non propone un piatto tipico esclusivo. Tradizionali, comunque, sono “sagn’ e fasciuol“, “cotigh’ e fasciuol” fino ai dolci come le “scurpell” e le “pizzelle“. Grazie alla presenza dell’ottimo fagiolo locale, ingrediente comune nella maggior parte delle pietanze locali, “La fagiolata” di fine estate è diventato un’appuntamento molto atteso che ogni anno richiama tanta gente.

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