Un fascio di canne lungo le vie del paese e il fuoco che brucia tutta la notte di Natale. Così si potrebbe riassumere la Faglia di Oratino, tradizione del periodo natalizio nel borgo degli scalpellini.

Lunga 13 metri per uno di diametro, nel pomeriggio della vigilia di Natale, partendo dall’ingresso del paese, è portata a spalla fin davanti al campanile della chiesa Santa Maria Assunta in Cielo, nel cuore del borgo e punto più alto. Qui viene innalzata ed accesa per bruciare tutta la notte.

Le origini sono da ricercarsi negli antichi rituali connessi al culto del Sole che avevano luogo in occasione dei solstizi. Ma la Faglia simboleggia anche la nascita di Gesù Cristo e, dal modo in cui arde, si traggono indicazioni sul futuro della vita agricola e sociale del paese.

La preparazione della Faglia

La preparazione della faglia inizia diverse settimane prima di Natale con la raccolta delle canne presenti in abbondanza nella parte di territorio comunale a ridosso del fiume Biferno. L’assemblaggio vero e proprio è realizzato in un cortile all’ingresso del paese nelle sere del mese di dicembre da un gran numero di volontari.

Primo passo è quello di incastrare singoli fasci di canne gli uni negli altri. Raggiunta la circonferenza voluta, quindi creata la faglia, viene stretta con cerchi di ornello (26 o 28) realizzati con legno flessibile. La realizzazione avviene con le canne più secche (raccolte l’anno precedente) all’interno, per renderla più leggera e farla bruciare meglio, e le più fresche all’esterno.
Per conferire l’aspetto definitivo, i fasci sono compattati dai battitori con precisi colpi di pale di legno (partiell’).

La manifestazione

Il percorso, in salita e tortuoso, mette a dura prova i circa cinquanta portatori già sopposti all’ingente peso della faglia. A condurre il cammino è il “capo-Faglia” che, tra una canzone, un brindisi e una battuta, scandisce i passi e le pause per dar modo ai volontari di riposarsi.

Il corteo, seguito da musicisti oratinesi, è accompagnato con musiche e canti popolari. E così, passo dopo passo e ora dopo ora si arriva di fronte la chiesa. Non prima, però, di aver affrontato il tratto più difficoltoso, proprio a pochi metri dall’arrivo. A “Porta del Colle“, infatti, i portatori devono effettuare una manovra accurata e delicata.

Ci siamo, è il momento. La faglia è di fronte la chiesa, pronta per essere innalzata con un’apposita manovra assicurata al campanile ed ai palazzi vicini. È buio, il parroco ha dato la sua benedizione. Non resta che accenderla. Sporgendosi dalla cella campanaria una fiaccola incendia la sommità della faglia riscaldando gli animi dei presenti.

Foto della Faglia accesa a cura di Dante Gentile Lorusso.
Per maggiori dettagli si rimanda al portale web dell’Associazione che cura la tradizione della Faglia.

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