Longano
Longano: alle falde del Matese sul versante ovest per scoprire il paese e le sue bellezze
Dalla strada si inizia ad intravedere un paesino, sempre più grande mano mano che ci si avvicina; ma, cos’è, un castello quello? Ecco la prima esperienza con Longano, provenendo da Sant’Agapito.
Lungànë sorge sulla riva destra del torrente Lorda, affluente del Volturno, ed è arroccato su una rupe ai piedi del Matese, versante occidentale. Il borgo conserva ancora l’antico impianto medievale, con le case in alto che si sviluppano una sull’altra. Su Monte Lungo ci sono ancora i resti di fortificazioni sannitiche mentre, in cima, come detto, si trovano i ruderi di un castello.
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Cenni storici
Le prime notizie sul comune risalgono al medioevo, all’anno 1269 per l’esattezza. Una lunga serie di passaggi di proprietà vi sono stati ma la comunità è sempre appartenuta al Molise. A cavallo tra il XVIII ed il XIX secolo ha conosciuto il fenomeno del brigantaggio e della reazione contadina ai fermenti rivoluzionari e repubblicani: era originario di queste terre Salvatore Fiocca, uno dei più celebri e temuti fuorilegge del tempo. Il paese dal 1928 fu accorpato al comune di Isernia per poi diventare comune a sé nel 1934.
Del castello non rimangono che le rovine, difficilmente databili; i ruderi hanno comunque portato a formulare delle ipotesi: alcuni attribuiscono alla comunità un’origine altomedievale, altri ritengono che la costruzione del castello non sia anteriore al periodo angioino.
Cosa vedere
La chiesa di San Bartolomeo Apostolo è quella più importante. L’edificio si trova nella parte dominante del centro storico. Venne edificata nell’arco del secolo XI ed ha subito nel corso dei secoli numerosi cambiamenti. La chiesa divenne oggetto di un consistente intervento di ampliamento durato ben settantasette anni, dal 1816 al 1893, grazie al quale vennero aggiunte altre due navate. Negli immediati pressi della chiesa si trovano una fontana e una torre medievale.
La chiesa di S. Rocco, rifatta in forme neoclassiche, è molto antica, come sembrerebbe dalla croce stazionaria trecentesca la cui cornice circolare e la sottostante colonnina ottagonale sono murate in una vicina casa privata. L’interno non presenta nulla di particolare oltre la base seicentesca di un’acquasantiera che oggi regge la mensa del moderno altare.
Ancora da vedere: il castello medievale, di cui rimangono pochissime rovine in piedi ed è difficilmente databile, il Palazzo Veneziale, la cappella di S. Barbara, la croce stazionaria, la fontana di Piazza Gabriele Veneziale e la porta di Corso Ferdinando Veneziale.
Aree naturali: area naturale Torrente Lorda, area pic-nic (loc. Acqua Bona).
Tradizioni e gastronomia
Tra le mura antiche del borgo di Longano, esiste un culto particolare: quello del costume tradizionale, nella sua evoluzione storica, nella sua fattura, nei suoi gioielli.
Quando si parla di costume tradizionale si intende abito femminile perché quello maschile è sempre stato simile ovunque con scarsissime differenze. A Longano è opinione comune che la donna longanese-matesina sia sempre riconoscibile all’interno della comunità e “tra le comunità” attraverso il costume tradizionale che “comunica, rileva e rivela” l’identità di chi lo indossa.
Viene conservata gelosamente la tradizione sartoriale di varie famiglie longanesi che nell’ottocento si caratterizzava per il confezionamento dell’abito della donna nelle sue varie tipologie ed edizioni. Proprio nel costume si fondono tutte le suggestioni culturali che Longano ha vissuto nella storia ed ha fatto nascere, al fianco della Pro Loco, l’Associazione Culturale “Il Costume dell’Anima”.
Nel costume tradizionale si trovano sia i colori sgargianti tipici del periodo borbonico, sia le più tetre variazioni di nero. Vengono esaltati i pizzi realizzati al tombolo, ricamati con fili d’oro, provenienti dalla vicina Isernia, le brillanti sete, delle seterie di San Leucio, ed i delicati velluti e le mussole napoletane.
Nella composizione del costume non possono mancare i gioielli: collane, orecchini, anelli, ma soprattutto la “Presentosa”. Questo è un ciondolo che nel tempo ha svolto la funzione di presentare alla comunità la giovane donna pronta a fondare una nuova famiglia, ma anche ad indicare lo stato sociale ed economico della famiglia di provenienza. Tale gioiello, realizzato in filigrana, è nato dalla creazione artistica raffinata dei maestri orafi di Agnone ed ancora oggi è il souvenir preferito per tutte le donne di origine Longanese.
Tra le feste più sentite dai longanesi citiamo la festa di San Domenico Savio il 10 maggio, Sant’Antonio da Padova il 13 giugno, San Donato il 7 agosto, San Rocco il 16 agosto, San Pio il 23 settembre e la sagra della salsiccia longanese il 10, 11 e 12 agosto.