
Museo Internazionale delle Guerre Mondiali a Rocchetta a Volturno
In un piccolo angolo di Molise, immerso nella valle del fiume Volturno e ai piedi della catena montuosa delle Mainarde in pieno Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise, si trova il Museo Internazionale delle Guerre Mondiali.
Questo territorio, ed in particolar modo il comune di Rocchetta a Volturno dove si trova il Museo, fu al centro della Seconda Guerra Mondiale, avendo sulle Mainarde, Monte Marrone nello specifico, la Winterline, ovvero la linea d’inverno della Gustav situata alcuni chilometri più a nord.
Come per tutti i luoghi, soprattutto quelli che si occupano di storia, non basta visitarli ma è indispensabile parlare con chi li cura e li vive quotidianamente. È così che nasce questo articolo, divulgativo ma sotto forma di intervista. Abbiamo infatti parlato con l’Arch. Danilo Sparacino, Presidente Associazione Storico Culturale 1943/1944.
I primi passi…
Com’è nata la vostra passione?
La nostra è una passione o meglio la definirei missione di seconda generazione. Tutto è iniziato oltre 30 anni fa quando i nostri fondatori hanno iniziato a raccogliere, catalogare e conservare cimeli della seconda guerra mondiale. I nostri territori sono stati al centro di eventi bellici che hanno deciso le sorti dell’intera nazione e non solo. Quasi in maniera spontanea, mossi dai racconti di coloro che avevano vissuto quegli eventi, hanno deciso di iniziare un’avventura che fortunatamente è arrivata ai giorni nostri.
E come l’idea di realizzare un museo?
L’idea di esporre il materiale in un museo è nata nel 2010 quando i fondatori Filippo, Johnny e Giuseppe hanno deciso di mettere a disposizione della collettività quello che negli anni avevano raccolto. La nostra Associazione ed il Museo sono senza scopo di lucro e nati con il solo intento di conservare e trasmettere alle generazioni future frammenti di storia, di eventi, di racconti e di emozioni vissute dai nostri avi.
Il Museo Internazionale delle Guerre Mondiali
Cosa si può scoprire visitando il museo?
Il Museo Internazionale delle Guerre Mondiali è una raccolta di cimeli unici che ha come scopo principale quello di raccontare (soprattutto ai più piccoli) la nostra storia in modo da evitare che in futuro vengano commessi gli stessi errori. Alla luce dei recenti avvenimenti mondiali potrebbe sembrare un lavoro inutile invece, proprio in questi momenti, l’attenzione per tali temi dovrebbe essere maggiore.
Nell’esposizione è stata fatta la scelta in cui l’uomo (soldato) viene separato dal proprio strumento (l’arma) proprio per far capire che sotto quelle divise, elmi e maschere ci sono sempre e comunque delle persone. Il museo, in oltre 900 mq espositivi, conserva divise storiche di quasi tutte le nazioni che presero parte ai due conflitti mondiali. Si può inoltre visitare una delle sale tecniche (armi) più complete in Italia e nell’area esterna conserviamo anche sei aerei, un elicottero e altro materiale dell’Aeronautica Militare Italiana in quanto nel 2024 siamo diventati uno degli otto musei della Rete dei Musei Aeronautici.
Quali sono i “pezzi forti” del museo?
Gli aerei, la moto bomba FFF, la divise SS o la divisa SA. Ma è difficile identificare solo qualche pezzo, oramai sono tutti oggetti rari che hanno una valenza storica unica. Sicuramente molto interessante è la storia del fucile mitragliatore MP 40/1 del quale ci risultano censiti solo cinque esemplari al mondo oltre a quello da noi conservato.

Da cosa i turisti sono più attratti?
Domanda non semplice. Dipende dal tipo di visitatore, dalla sua storia e dalla sua età. La sala tecnica sicuramente sorprende quasi tutti ma anche gli aerei hanno il loro fascino. Una cosa molto interessante è vedere come i più piccoli sono attratti dalle storie e dai racconti dei nostri fondatori, che svolgono anche il delicato compito di guida, riguardanti le persone che indossavano quelle divise, le fotografie e gli oggetti di vita quotidiana rimanendo quasi indifferenti nel vedere le armi.
Di storie di guerra il Molise è pieno. Ce n’è una che ritenete sia indispensabile da conoscere?
Di storie ne abbiamo molte da raccontare. Forse quella per cui molisani e italiani tutti ci dovremmo sentire fieri è quella del Corpo Nazionale di Liberazione (CIL).
Dopo l’8 settembre, quando l’esercito italiano era diviso e senza alcuna guida, proprio sulle nostre montagne, affiancati dagli alleati e con il nome di Corpo Nazionale di Liberazione, abbiamo riconquistato l’onore combattendo come uomini liberi. Con un po’ di orgoglio possiamo dire che la Repubblica e la Libertà come oggi la conosciamo è rinata sulle nostre amate Mainarde. Pensare che dei ragazzi hanno deciso di lottare, e molti di loro hanno perso la vita sulle nostre montagne, per la nostra libertà, è più di un lieto fine!
Prossime attività
Siete ormai una realtà consolidata ma si può sempre fare di più. Quali sono i prossimi passi?
I prossimi passi sono nella continuità. Il lavoro che abbiamo iniziato non ha una data di scadenza.
Certamente lo sforzo maggiore oggi è rivolto a far sì che la nostra realtà venga conosciuta dall’intera popolazione e non solo da specialisti del settore. Troppo spesso capita che corregionali rimangano stupiti della presenza di un tale museo.
La frase che maggiormente sentiamo è “non immaginavo che a Rocchetta a Volturno ci fosse un museo simile”. Credo i nostri sforzi debbano essere rivolti a maggior ragione nel rendere questa realtà un unicum a livello nazionale.
Ulteriore aspetto che ci preme è quello della crescita dell’intero territorio. Come istituzione culturale il nostro obbiettivo, oltre alla diffusione e conservazione del passato, deve essere quello di diventare volano economico per il territorio.
L’alta valle del Volturno è un territorio complesso dell’entroterra molisano troppo spesso dimenticato dalle istituzioni. È, inoltre, fuori dai percorsi turistici e con poche prospettive future, motivo per cui i nostri giovani sono costretti troppo spesso a cercare fortuna altrove.
Il museo può e deve aspirare a diventare centro attrattivo verso un turismo consapevole, lontano dalle dinamiche del turismo di massa. Un turismo a dimensione di uomo in cui il passato e la storia abbracciano un territorio a lungo dimenticato che ha veramente tanto da raccontare.
Contatti Museo
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