Roccasicura
Roccasicura, passeggiata tra storia e cultura del paese
Ci sono paesi che, per la loro posizione, si trovano “nel mezzo” di qualcosa; Roccasicura (La Ròcca) è uno di questi, essendo a metà strada tra la valle del Volturno e l’alto Molise.
Data la sua posizione alto-collinare ed immerso in una natura incontaminata (fa parte della Riserva della Biosfera dell’UNESCO), regala panorami mozzafiato oltre che consentire straordinarie passeggiate.
Il territorio rientra anche nella “Riserva Collemeluccio-Montedimezzo”.
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Cenni storici
I primi insediamenti risalgono al periodo italico. Numerosi sono infatti i ritrovamenti che testimoniano la presenza dei sanniti pentri nell’area circostante il paese, come il bronzetto sannita raffigurante il dio Ercole databile al IV secolo a.C, che rappresenta il reperto più antico ritrovato nell’area.
La nascita del primo nucleo abitativo si può far risalire al periodo longobardo. A quei tempi il territorio era noto come “Roccha Siconis”. Diversi furono i nomi, tra i quali “Rocca Siccem”, “Rocca Cicuta” o “Ciconia”. Solo nel XVI secolo, con l’istituzione dell’università, il nome divenne Rocca Sicura. Forse quest’ultimo nome deriverebbe da una scampata epidemia di peste (1670) oppure dalla sua felice posizione geografica, poco accessibile e quindi sicura.
Il primordiale agglomerato di case si sviluppò al di sotto della rocca, in prossimità del torrente Maltempo, dove viene ricordata la presenza dell’antichissima chiesa di S. Leonardo. Successivamente il centro abitato si spostò gradualmente sempre più in alto, a ridosso del crinale roccioso, ai piedi del castello, nella zona oggi denominata “la terra”.
Cosa vedere
Prima cosa da vedere è il castello di cui si ha notizia in uno Statuto del 1580. Il testo conferma la presenza della fortificazione ancora integra alla fine del XVI sec. Si trattava di un borgo fortificato che inglobava e dava protezione alle casette addossate al suo interno. Era un castello di medie-grandi dimensioni. La porta di accesso, di cui oggi rimane l’arco (di S. Rocco), si trovava nella parte bassa del centro abitato e funzionava anche da stazione di fermo giudiziario o detenzione preventiva in attesa di giudizio. Dopo il terremoto del 1456 e il successivo sisma del 1805, il castello scomparve. Oggi è quasi un rudere, tuttavia recuperato, e consiste in uno sperone roccioso usato come belvedere.
Subito fuori le mura era presente una chiesa, la chiesa di S. Rocco, di cui oggi si è persa ogni traccia. Nella parte alta, in prossimità dell’odierna chiesa di S. Leonardo, era posta la seconda porta che dava accesso al pianoro dell’attuale piazza municipale. L’unica torre superstite, oggi orologio del paese, era una delle almeno tre torri presenti nel castello. Una quarta torre potrebbe essere la torre campanaria della chiesa. Ancora ben riconoscibile è il giro di ronda delle sentinelle, la cisterna per la raccolta delle acque pluviali e i resti di un grande torrione inglobato nelle case.
Altro elemento è la chiesa di San Leonardo di Limoges che era parte del castello. Per lungo tempo utilizzato come granaio ed esattoria, fu consacrata il 7 maggio del 1563. Da ammirare, nella navata laterale, un altare ligneo della prima metà del ‘600. Dietro l’altare è posto “uno dei crocifissi trecenteschi più belli del Molise”. Altra chiesa è quella dedicata a San Nicola, risalente sicuramente a prima del ‘700.
Posta all’esterno della chiesa di San Leonardo vi è una lapide romana che risale al II sec. d.C. A tre chilometri dal centro abitato si erge il santuario della Madonna di Vallisbona, risalente al 1200.
Tradizioni e gastronomia
La festa più sentita tra i rocchesi è quella in onore di Sant’Antonio il 13 giugno. I festeggiamenti del Patrono hanno inizio già tredici giorni prima della festa. Molto importante è anche la celebrazione della festività della Madonna di Vallisbona.
Tra gli altri eventi la sagra delle “pizzelle” e vino alla ciotola, la sagra della patata e “Passeggiando per il Borgo di Roccasicura”, che si tiene una serata di inizio agosto nel “Borgo Autentico”. Durante la passeggiata vi è la possibilità di gustare i piatti tipici e, lungo il percorso, di visitare mostre di oggetti antichi, costumi d’epoca e di ascoltare tanta buona musica.
Diversi i prodotti gastronomici da segnalare, tra cui quelli a base di carne e insaccati di cinghiale, mentre piatti tipici sono la polenta, le “ferratelle” ed il classico “fiadone” molisano.