Roccavivara: dal fiume alla collina un’immersione tra storia e fede
Al confine con l’Abruzzo, sulla sponda destra del fiume Trigno, sorge su un’altura Roccavivara, centro che racchiude storia e archeologia in un luogo incantevole.
Il paese domina la vallata e, tra panorami e architettura è un piacere perdersi tra i suoi vicoli. Tantissima storia e archeologia si trova, invece, a valle, proprio a due passi dal fiume. Qui, presso il Santuario di Santa Maria di Canneto, si può fare un viaggio nel tempo e nella religione tra antichi reperti di epoca romana e una delle chiese più belle del Molise. Immergiamoci allora in questo territorio senza indugiare ulteriormente.
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Cenni storici
Le origini di Roccavivara risalgono all’epoca sannitica, come testimoniato dai reperti archeologici rinvenuti, tra cui un’urna cineraria del tipo isernino e monete risalenti alle guerre puniche.
Dopo la sconfitta dei sanniti, nel territorio la tribù romana Voltinia prese il sopravvento, precisamente in loc. Canneto dove numerosi sono i rinvenimenti segno di un’intensa attività e frequentazione della zona. In tale località si trovano i resti di una villa romana e una chiesa, della Madonna di Canneto, tra le più belle presenti sul territorio regionale. Questo monumento dimostra come nella vallata era presente un’importante nucleo cristiano.
Tra le ipotesi dell’origine del nome si trova “Rocca Vivarium”. Con “Vivarium” si intendeva un magazzino o, meglio ancora, riserva di caccia. “Rocca” di “Vivara”, invece, rappresenta la rocca della contrada Vivara, tutt’ora esistente.
Cosa vedere
Tra i vicoli del paese è un piacere perdersi, potendo spaziare con lo sguardo dai panorami alle architetture. Tra queste spicca la Chiesa parrocchiale di San Michele Arcangelo. È uno dei luoghi di maggior interesse situato in Largo Chiesa, nel centro storico, ed edificata nel XIII secolo.
Monumento di maggior pregio, però, è la chiesa di Santa Maria in Canneto, che si erge nella omonima contrada e che prende il nome dai canneti presenti. La chiesa venne costruita su un luogo di culto già esistente e ceduto successivamente, nel 706 d.C., ai monaci benedettini di San Vincenzo al Volturno. La facciata è pressoché povera di decorazioni mentre l’interno è a tre navate con copertura a capriate e colonne romane.
Proprio dietro il santuario di Canneto sono presenti i resti di una villa rustica romana, sito composto da edifici sia abitativi che produttivi. Da alcune porzioni della pavimentazione a mosaico e dai grandi otri per la conservazione di olio o vino si può dedurre che era un complesso produttivo di notevole importanza.
Tradizioni e gastronomia
Tra gli eventi più importanti, nel giorno del patrono Sant’Emidio, si svolgono Le Traglie, ovvero una sfilata di carri di grano trainati da buoi. Altra usanza è quella della festa di San Giuseppe, giorno in cui le famiglie invitano a pranzo tre persone rappresentanti la Sacra Famiglia, tutto a base di baccalà e cereali.
Un’altra importante tradizione è quella del Gallo di San Rocco che consiste nel collocare un gallo, da qualche anno a questa parte sostituito con un gallo in gesso, in un tombino da cui fuoriusciva solo la testa e tentare di ammazzarlo bendati e rivolti verso gli spettatori.
Cerimonia di notevole importanza è “Le sagne de la Madonna”, che prevede da parte dei devoti di inviare sette ragazze e un’anziana signora in località Santa Maria di Canneto in qualità di rappresentanti dei desideri e delle intenzioni della famiglia. Al loro ritorno in paese viene fatto trovare un piatto tipico, chiamato appunto Le Sagn’ de la Madonne.