Castropignano, una fata tra vicoli e castello
Un castello a valle del paese e non a monte? Esiste, e lo potrete vedere se andrete a Castropignano, paese della val Biferno che domina il fiume dalla sua posizione privilegiata. Non è l’unica cosa da ammirare in questo paese allungato su una collina nel cuore del Molise.
L’abitato si stende su una collina, mentre su una rupe poco distante sono evidenti i ruderi del Castello d’Evoli, che furono signori del territorio per lungo tempo e che si dice fosse così grande da avere una stanza per ogni notte dell’anno. Viva è ancora la leggenda di Fata, pastorella che, insidiata dal duca, mentre era inseguita dalle guardie, si gettò da un precipizio, preferendo la morte. I paesani dicono che in alcune notti si vede vagare l’ombra della fanciulla intorno a “ru cantone”, quasi a chiedere vendetta. Da non dimenticare, poi, Roccaspromonte, frazione di Castropignano con la chiesetta Santa Maria della Pietà. Nella stessa frazione nel 1777 fu rinvenuta una statuetta dedicata ad Athena.
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Cenni storici
La più antica testimonianza della presenza dell’uomo nel territorio di Castropignano risalirebbe all’età del bronzo (1200 a.C. circa). Sono stati rinvenuti, infatti, frammenti di ceramica nell’area del Castello. A ridosso del “Cantone della Fata” (un maestoso complesso roccioso nel bosco Carpineto), invece, si trovano mura megalitiche, databili al IV secolo a.C., nel periodo in cui i Sanniti combatterono contro Roma. Della conseguente dominazione romana sopravvivono i ruderi di due ville, alla “Cananella” e alla “Canala “. In quest’ultima contrada ci sono ancora ruderi della ”meravigliosa fonte della Canala, opera delle legioni romane”. Nella facciata della cappella di Santa Lucia, invece, è murato un lastrone di pietra su cui sono scolpiti i fasci littori.
Dopo la caduta dell’Impero Romano fu la volta dei Longobardi dei quali rimane la Torre dell’Orologio, resto del primo e più antico castello, che ricadeva nel cuore dell’abitato. Il primo documento che riporta il nome di Castropignano risale al 700 d.C., ma è stato concepito tre o quattro secoli prima sotto forma di Castrum Pineani, ovvero luogo fortificato di cui era signore Pineano. Un’altra possibilità è che il nome sia corruzione del toponimo latino Castrum Prignanii, ricordato in antichi registri, quindi legando la realizzazione del borgo alla famiglia nobile di origine napoletana dei Prignano. Ai Wurtzell, signori Longobardi, subentrano a metà del ‘300 i D’Evoli, famiglia di origine Normanna. Furono essi a costruire il castello all’esterno dell’abitato.
Cosa vedere
Il Castello d’Evoli è assolutamente da visitare. Questo fu probabilmente edificato sui ruderi di una precedente fortezza risalente al tempo dei sanniti. Durante la prima metà del XX secolo, a causa di un prolungato stato di abbandono e una non adeguata opera di manutenzione, subì un rapido degrado. Recentemente restaurato, domina dalla sommità del colle sul quale si trova la Valle del Biferno. All’ingresso del castello, si può osservare un’antica iscrizione riportante la data 1683 con lo stemma della famiglia d’Evoli.
E’ da visitare la chiesa di San Salvatore di arte romanica, a due navate separate da archi gotici, con due acquasantiere in pietra del luogo e un portale romanico. Vi sono poi le chiese di S.Nicola (con annessa torre campanaria di poco discosta), S.Maria delle Grazie (1500), la cappella di S.Lucia (1700), il Convento risalente al 1700 e la Chiesa Madre del 1800.
Fuori paese, nei pressi del bivio di Fossalto sulla bifernina, la chiesa di Santa Chiara.
Tradizioni e gastronomia
I castropignanesi festeggiano il Santo Patrono, San Pietro, San Giacomo, il Carnevale, la Madonna del Carmine, allestiscono sagre, sfilate, maitunate, rappresentazioni folkloristiche e canore e preparano gustosi piatti del luogo, come la cicerchiata e la polenta con la salsiccia.