San Giuseppe e la tradizione delle tredici portate
19 marzo: San Giuseppe, festa del papà, zeppole, calzone di Riccia e…la tradizione delle tredici portate. Ed è proprio quest’ultima che andremo ad approfondire.
L’origine della tradizionale festa in onore di San Giuseppe risale a prima del ‘600; si festeggia in numerosi paesi della regione il 18 e, soprattutto, il 19 marzo. In alcuni, come a Roccavivara, viene ripetuta anche il primo maggio; stessi preparativi ma con pietanze a base di carne.
E’ una tradizione che vede la presenza in casa di altari addobbati in onore del santo, tavole abbondantemente imbandite, canti e preghiere. Alcuni paesi, come Santa Croce di Magliano e Venafro, preparano anche dei piccoli falò nei rioni, nelle contrade e nelle piazze principali. Attorno a questi si veglia tutta la notte consumando cibi e bevande povere.
Mentre le donne sono intente a cucinare, gli ospiti pregano e, in alcuni paesi, si canta accompagnati dalla musica delle fisarmoniche e da canti popolari.
La tradizione vuole la preparazione di due tavole: alla prima vi partecipano come commensali un vecchio, una vecchia e un bambino che simboleggiano la Sacra Famiglia. Alla seconda possono partecipare tutti, senza chiedere il permesso e ringraziando il Santo.
Numerosi, come detto, sono i paesi in cui questa tradizione è ancora viva; oltre a quelli già citati vi sono anche Casacalenda, Guardialfiera e Larino, di cui vedremo approfonditamente altare e portate con foto.
L’altare
Solitamente viene allestito in un angolo della casa; è costituito da un quadro con l’immagine del Santo se non addirittura da una statua, addobbato con tessuti colorati e con piante, fiori e grano in segno di devozione.
Le portate
Benché le portate variano in minima parte da paese a paese, le pietanze possono essere così elencate: legumi per la preparazione della “pezzente” e pasta con la mollica; i secondi sono costituiti da piatti a base di baccalà, funghi, asparagi, pesce, riso, rape, “fellata di arance zuccherate”, e fichi secchi. Ad accompagnare queste pietanze vi sono i tipici dolci di San Giuseppe, le zeppole.
Il piatto tipico è la pasta con la mollica, una ricetta di origine meridionale preparata con tredici ingredienti poveri. Proprio dalla povertà di questa pietanza nasce l’usanza di mangiare i bucatini con le mani, come si faceva un tempo.
Tra i dolci ci sono i caveciuni, dolci ripieni di ricotta, e, come già detto, le zeppole, costituite da pasta bignè fritta o al forno con crema pasticcera e amarene.
A proposito di dolci, tipici di San Giuseppe a Riccia sono i calzoni, di cui parlai nell’articolo: Calzoni di San Giuseppe, dolce tipico di Riccia.