
Sant’Elia a Pianisi, tra storia e fede lì dove studiò Padre Pio
Le colline della val Tappino sono costellate da tanti piccoli paesi, ognuno con qualche caratteristica particolare. Tra questi c’è Sant’Elia a Pianisi, ricordato anche perché qui trascorse alcuni anni in gioventù Padre Pio.
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Cenni storici
Le prime notizie risalgono al 1306 quando la feudataria del luogo era Florensia de’ Trinci. Sant’Elia a Pianisi viene citato nelle cronache medievali come punto di raccolta di genti disperse da numerosi borghi adagiati su una sorta di altopiano. Da qui, probabilmente, la comune esigenza di difesa da briganti prima e dalle incursioni degli spagnoli poi, convinse i cittadini a scegliere l’attuale collina per far sorgere il paese.
La vocazione della popolazione è sempre stata di tipo mercantile salvo poi diventare industriale. Il paese divenne anche famoso per le fiere citate addirittura nel dizionario enciclopedico Melzi. Nel corso dei secoli, poi, il centro divenne punto di riferimento anche per l’economia agricola e zootecnica oltre che per attività artigiane tra cui funari, vardari e scalpellini.
Cosa vedere
Il centro storico, di origine medievale, ne conserva la struttura, così come si conservano ancora i ruderi dell’antico castello (Castello di Pianisi), la chiesa parrocchiale di Sant’Elia ed una cappella di origine medievale, restaurata nell’800. Il nucleo storico comprende gruppi di vecchie case, alcune ubicate intorno alla chiesa madre, altre raccolte ai margini di vecchie mulattiere affacciate su stretti vicoli.
Il paese conserva testimonianze preziose del passato nelle numerose chiese poste dentro e fuori il centro abitato. A pochi chilometri dal paese, lungo la strada che conduce alla stazione ferroviaria, sorge l’Abbazia di San Pietro risalente all’XI secolo. Questo è l’edificio religioso più antico presente. È però all’interno del paese che si trovano le principali bellezze da ammirare.
Al centro del paese svetta con il suo alto campanile la Chiesa parrocchiale intitolata al santo patrono, Elia, di cui è imprecisata l’epoca di edificazione. Di certo è il restauro, datato 1589. All’interno due opere sono di particolare valore: la “allegoria dei Sette Sacramenti” del 1500 circa e la “natività“, settecentesca, ricamata e donata dalla duchessa donna Vittoria Di Palma. In questa chiesa si conservano anche i resti di San Feliciano.
In paese si trova anche il convento francescano, ultimato nel 1531 dove si può ammirare il complesso ligneo dell’altare maggiore del XVII secolo. Di notevole interesse anche le opere di Paolo Gamba. In tale convento studiò Padre Pio per diversi anni. Altra chiesa da visitare è quella di Sant’Anna. Altro da ammirare in paese sono la croce calcarea presente nell’atrio del comune risalente al 1332, una vasca battesimale e un capitello romano del XII secolo.
Tradizioni e gastronomia
Le tradizioni del paese attingono principalmente alla storia religiosa. Le principali ricorrenze sono quelle di Sant’Antonio di Padova, Sant’Elia (20 luglio), Madonna del Carmine e San Marco.
La cucina rappresenta anch’essa la memoria di Sant’Elia a Pianisi, non mancano infatti piatti tipici e dolci. Tra gli ultimi le “trecce“, forme circolari intrecciate di pasta lievitata con rosso d’uovo e aromi. Da menzionare anche i “casciatelli“, i “cauzun“, i “mostaccioli” e le “canestrelle“, pasta sfoglia dolce tagliata e lavorata in forma di cestini, fritta e pennellata di miele e mosto cotto.
Tra i piatti salati, i cavatelli, la “mpanizza“, verza cotta con pizza di granturco, “cacio e uova“, i torcinelli e pancotto con i fagioli. In ultimo da segnalare le arance tagliate a pezzi e condite con acqua, olio e zucchero.