Cercemaggiore, la sentinella dei Sanniti
Siamo oltre i 900 m s.l.m., 930 per l’esattezza. Cercemaggiore, il paese a quota più alta della provincia di Campobasso, è per questo motivo detto la “Sentinella dei Sanniti“. Sorto nel cuore del Sannio alle pendici del monte Santa Maria, è sormontato dall’antico castello e gode di un magnifico panorama.
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Cenni storici
Nel IV sec. a.C. i Sanniti si stabilirono nella zona, come dimostra il ritrovamento di un centro agricolo, unico in quel periodo, e di ruderi riguardanti una roccaforte, tipica costruzione difensiva sannitica. Fu rasa al suolo dai saraceni che saccheggiarono la zona come appare da chiari segni rinvenuti in contrada Caselvatica.
Cosa vedere
In paese numerosi sono gli edifici da visitare. Il centro abitato è dominato dalla chiesa dell’Assunta, del XIII secolo, con nuda pietra all’esterno e un bel portale tardo romanico. Questa è una delle cinque, in Molise, rimasta a testimonianza della Leggenda del Re Bove.
Più in basso vi è la chiesa di Santa Maria della Croce. Secondo la tradizione venne costruita nel 1261 ma la prima fase è di epoca normanna. Molte iscrizioni e le date dipinte indicano le vicende che nel corso dei secoli hanno riguardato l’edificio, soprattutto a causa dei violenti terremoti. Numerose sono le opere che conserva: affreschi del ‘600, dipinti del ‘6/’700 di cui tre del Brunetti, un organo del 1735, statue in legno, altari e balaustre in marmo, reliquiari in argento.
Su Monte Saraceno (1089 m s.l.m.), contornato di pinete, vi sono i resti di poderose fortificazioni di epoca sannitica e, a valle, a Pesco Morelli, i resti di una casa della stessa epoca.
Tracce del passato medievale del paese si rinvengono in gran parte del territorio. Nel borgo di Caselvatica, ad esempio, la torre e le basse casupole, mentre in loc. a Rocca i resti di una chiesa anteriore all’anno mille. Poco fuori paese, invece, si trova il cinquecentesco convento, con annessa Chiesa di Santa Maria della Libera, dove si conserva e si venera la pregiata statua lignea trecentesca della Madonna.
Per finire, nella parte alta del paese, il castello seicentesco di proprietà dei Carafa prima e dei Doria poi. Costruito in epoca normanna alle pendici del monte, ai suoi piedi si sviluppò l’abitato. Mutato nel corso degli anni, sorse come fortezza per assumere col tempo l’aspetto di una vera e propria residenza signorile. Delle varie fasi sono testimonianza le antiche scuderie e la cantina con volta a botte, oltre al letto a baldacchino del marchese, con soffitto dipinto dal Falocco nel 1752.
Il centro storico ha vissuto, nei secoli, profonde trasformazioni. Qua e là, però, restano i segni delle storie che si sono vissute. Gli antichi selciati rimasti, ad esempio, sono erosi dalla scarpe chiodate dei contadini e dagli zoccoli degli asini che trasportavano la legna.
Per gli amanti della natura il territorio presenta grotte e altopiani boscosi. Sono presenti, inoltre, anche le belle e misteriose le grotte delle Fate.
Tradizioni e gastronomia
La tradizione più sentita è certamente quella che si svolge ad inizio luglio con la sagra del baccalà e peperoni fritti in onore della Libera. In località Convento, all’ombra del Santuario già citato di Santa Maria della Libera, nel bellissimo parco verde antistante, sono allestiti stand gastronomici dove viene servito il baccalà accompagnato da peperoni fritti. Musica e spettacoli allietano le giornate di festa.
Paese montano, sono quindi caratteristici del luogo cavatelli con la carne di maiale e gli insaccati.