Baranello, un concentrato di storia e arte
Chi ha detto che nei piccoli comuni non ci sia nulla da vedere? È il caso di Baranello che vi stupirà per storia, natura e luoghi tutt’altro che comuni.
Situato su un piccolo colle lungo il fiume Biferno, è a sud-ovest di Monte Vairano, ecco perché i più credono che il nome derivi dal piccolo colle, detto Vairanello, più piccolo rispetto all’altro. Si trova in una valle circondata dai monti del Sannio, in una zona ricca di vegetazione e di corsi d’acqua.
Continuate la lettura e visitate i social per restare sempre aggiornati:
Cenni storici
Poche sono le notizie storiche: sicuramente vi era un primo insediamento sannitico, come testimoniato dai vicini resti di Monte Vairano. Durante l’epoca normanna ebbe come feudatario Guidone di Gibelletto, nel XV secolo fu feudo di Cristoforo Gaetani e poi dei Carafa, dei Barone e, infine, nel settecento, dei Ruffo.
Cosa vedere
A dominare il paese è la chiesa parrocchiale di San Michele Arcangelo, ricostruita dopo il terremoto di Sant’Anna del 1805, con il progetto originario rivisto da Giuseppe Zurlo, famoso baranellese, Ministro degli Interni dell’allora governo Murat. La facciata della chiesa presenta tinte chiare con quattro colonne di stile tuscanico. All’interno una navata centrale, affiancata su entrambi i lati da altre navate. Belle sono le colonne accoppiate che portano al presbiterio sormontato da una cupola.
Tra i vicoli della parte antica è facile riconoscere una torre angolare, testimoniante l’epoca medievale, e che in passato faceva parte del castello-palazzo, sede dei feudatari locali e già citata in un documento del 1464.
Altro elemento da ammirare è la neoclassica chiesetta del SS. Rosario, dal prospetto semplice e dall’interno armonioso con la volta a botte sull’altare, dipinto centrale e le tele laterali raffiguranti putti e cantori.
A poca distanza si trova il Museo Civico dove è conservata la collezione privata dell’arch. Giuseppe Barone che comprende reperti e oggetti di vario genere. Da vedere, vicino le sponde del fiume Biferno, è il Mulino Corona, ad acqua, costruito nel 1872 e recentemente ristrutturato. Poco più in alto, una torretta di avvistamento sulla valle del Biferno.
Fuori paese si trova, in ultimo, la chiesa di Santa Maria ad Nives, di costruzione certamente antecedente il 1547. Distrutta dal terremoto del 1805 e successivamente ricostruita, fu nuovamente danneggiata dal terremoto di San Giuliano di Puglia del 2002 per tornare nuovamente agibile dal 2009.
Tradizioni e gastronomia
La tradizione culinaria vanta piatti tipici come la polenta condita col ragù o con i fegatini d’agnello o con la ventresca, la salsiccia, il pecorino e il “diavolillo”, “ru spezzate de Pasqua“, preparato con agnello, uova e cacio, “ri fallarielle“, pizzette di granone con prosciutto, scamorze e pecorino fresco; il tutto gustato con un buon bicchiere di vino della zona. Da non dimenticare le zeppole, i fiadoni e le pigne pasquali.