Trivento, un gradino per ogni giorno dell’anno
Trivento, già il nome dice molto sulla posizione del paese. Sorge infatti su di un colle lungo il corso del fiume Trigno che divide il Molise dall’Abruzzo esposto ai venti. Luogo di passaggio e di transizione è da sempre uno dei comuni più importanti, con numerose testimonianze risalenti ad oltre 2500 anni fa.
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Cenni storici
Sorto in epoca sannita, fu distrutto ripetutamente durante le guerre sannitiche e, solo quando la tribù Voltinia si stabilì nel territorio, cominciò a prosperare in maniera continua. In epoca longobarda fece parte del ducato di Benevento; successivamente, durante i periodi normanno e svevo, appartenne ai Conti di Molise. Carlo I d’Angiò, in seguito, diede Trivento ad Ausaldo di Lavanderia. Altri signori che si succedettero furono i de Sus, i Villaclubay, i D’Evoli e i Caldora di cui si ricordano Giacomo e Antonio, famosi condottieri. Nel XVI secolo furono feudatari i d’Afflitto ai quali successero i Caracciolo fino alla fine della feudalità.
Cosa vedere
La storia di Trivento è varia e lunga e ne sono testimonianza diversi monumenti architettonici come la cattedrale e il palazzo vescovile. La prima, dedicata ai SS. Nazario, Celso e Vittore, fu costruita in epoca paleo-cristiana, sembra sui resti di un tempio dedicato a Diana. Di fattura barocca, legata alla scuola napoletana, è lo splendido altare maggiore. Da un’apertura ricavata nel pavimento si scende in una cripta dedicata a San Casto, divisa in sette navatelle da colonne e pilastri che sostengono capitelli variamente decorati.
Resti archeologici sono nel centro cittadino e nei giardini di Eposcopio. Il palazzo vescovile vanta una cappella settecentesca e il salone dei Vescovi dove sono conservati i ritratti di prelati dal XIII al XVIII secolo.
Bello e tutto da vedere è il borgo medievale, con la scalinata con “un gradino per ogni giorno“, formata infatti esattamente da 365 gradini. Da non dimenticare, poi, il territorio ricco di “morge“, tra le quali Pietra Martino, Pietra Lumanna e Pietra Fenda. Queste sono tipiche del territorio, molte sono infatti presenti anche nelle vicine Salcito, Pietracupa e Bagnoli del Trigno.
Da qualche anno, inoltre, Trivento è diventata famosa per i lavori ad uncinetto tra i quali, il più noto, l’albero di Natale che viene esposto nel periodo invernale.
Tradizioni e gastronomia
Evento più sentito è il 28 luglio, quando si svolge la festa dei Santi Nazario, Celso e Vittore, patroni della città e della Diocesi di Trivento.
Nel capoluogo diocesano si svolge un’antica, partecipata e suggestiva processione nella quale sono portati a spalla per le vie della città i preziosi busti argentei dei Patroni, ai quali dal 1806 fa compagnia l’effige di Sant’Emidio Vescovo e Martire, invocato dai triventini a protezione dai terremoti. Secondo la devozione popolare, infatti, l’intervento di Sant’Emidio consentì alla città di Trivento di rimanere illesa dal devastante terremoto che colpì il Molise il 26 luglio 1805.
Numerose sono le feste religiose, tra le quali le principali sono: S. Antonio da Padova – 8 giugno C.da Fonte del Cerro, S. Antonio da Padova – 13 giugno, S. Giuseppe – 1 maggio C.da Codacchio, S. Rocco – 16 agosto, S. Anna – 8 settembre C.da Maiella e S. Emidio – 11 settembre.
Riguardo le feste popolari invece da non perdere è la sagra delle Pallotte, polpette di pane, uova e formaggio, che si svolge a febbraio.
Riguardo la tradizione culinaria, oltre le già citate “pallotte cacio e uova“. si usa molto il farro. Piatto tipico è infatti la zuppa di farro, ma non bisogna dimenticare “sagne ‘nche le currudure“, cioè lasagne ritagliate con la rotella dentata, i “ceppellat“, dolce tipico, la mpigna con le mandorle, il miele, ricavato dalla “sulla”, una leguminosa prodotta sulle colline del Molise e i vari prodotti conservati sott’oli.