
Montecilfone, tra le minoranze arbëreshë con vista mare
Situato su di una collina nelle vicinanze della costa e del fiume Biferno, Montecilfone è uno dei quattro centri molisani di minoranza albanese. Nel corso del XV secolo, infatti, molti albanesi si riversarono sulle coste molisane per sfuggire alla persecuzione dei Turchi e qui, a distanza di secoli, si conservano ancora lingua e tradizioni albanesi.
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Cenni storici
Le prime notizie di Montecilfone risalgono all’anno 1102 con il nome di Mons Gilliani ma solo nel 1608 divenne Montecilfone. Numerosi sono i reperti di epoca romana rinvenuti sul suo territorio. Tra questi monete di Caligola (imperatore romano dal 37 al 41 dopo Cristo), una lapide pentagonale, statuette di bronzo e argento, numerose tombe e vasi di terracotta.
Nel Medioevo il borgo è citato nell’epoca angioina per l’esistenza di una grangia nel bosco Corundoli (1276), a difesa dei possessi dell’ordine cavalleresco di Malta. Il fortino andò distrutto e successivamente, nel 1442, l’avvento degli aragonesi portò il possedimento nelle mani dei feudatari di Alfonso I, la cui stirpe iniziò con Giacomo da Montagano.
Nel 1764 il feudo passò al marchese d’Avalos di Vasto don Carlo Cesare al quale successe il figlio Francesco d’Avalos, ancora in vita quando, nel 1806, fu abolito il feudalesimo. In quell’anno Montecilfone divenne comune, incluso nel distretto di Larino nella provincia di Campobasso.
Cosa vedere
Di interesse artistico nel centro abitato è l’unica chiesa del paese: la Chiesa di San Giorgio, realizzata nel 1861 su riedificazione di una precedente.
La chiesa ha in impianto rettangolare con una semplice facciata a capanna intonacata di bianco, provvista di un portale e di un finestrone ad oculo soprastante, mentre il timpano della cornice è triangolare. Il campanile a torre è l’unico elemento originale della chiesa, provvisto di un arco stretto alla base, per l’accesso al borgo vecchio, e di una cella campanaria. La sommità è decorata da merlature.
La chiesa all’interno è a navata unica, decorata da un finestrone istoriato sulla parete dell’altare, dove si nota l’effigie della Madonna Grande “Shermja Madhe”, la Vergine Assunta dell’ex santuario di Ramitelli ora parrocchia della frazione di Nuova Cliternia (Campomarino), a cui sono devoti gli arbëreshë molisani.
Da vedere anche il Castello con la torre ed al Palazzo Ducale. Fuori paese ci si immerge nella natura grazie al bosco Corundoli, perfetto per passeggiate e attività all’aria aperta.
Tradizioni e gastronomia
Ai pregi storici, artistici e naturali Montecilfone aggiunge la genuinità e la bontà dei prodotti locali. Tra i piatti tipici ci sono le droqe al ragù di agnello (pasta fatta in casa simile a fusilli) che possono essere gustate durante l’omonima sagra, tradizionalmente il 14 agosto. Tradizionale è anche la produzione di salumi: tra questi spiccano la ventricina, soppressata e salsiccia.
Il 16 agosto le due chiese menzionate prima festeggiano insieme l’Assunzione della Madonna con una solenne processione. Patrono del paese, in ultimo, è San Giorgio, giornata durante la quale si svolgono fiere, mercato e varie manifestazioni.